Dallo smart working al metaverso: la nuova vita sociale e lavorativa dei giovani
Dallo smart working al metaverso: la nuova vita sociale e lavorativa dei giovani

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Le nuove modalità di vita e di lavoro acquisite nel post lockdown si sono rapidamente sedimentate nelle nostre abitudini. Tanto che il lavoro da remoto, o smart, video conferenze, skype call eccetera sono passate da necessità a modello ibrido di rapporto con gli altri. I più giovani poi, che con questi strumenti sono sostanzialmente cresciuti, stanno già iniziando a saggiare la nuova rivoluzione, quella del metaverso, che rende davvero ibridi lavoro e relazioni interpersonali, rimanendo a distanza pur essendo in qualche modo in presenza.

Di Maurizio Pimpinella

Di recente, l’Economist ha affermato che: “il metaverso è già qui tra noi, anche se non è ancora distribuito uniformemente. Ma un’economia aperta potrebbe arrivare presto e diventare rivoluzionaria”. Nell’attuale contesto socio-economico, il segreto del successo di questo nuovo ecosistema non può prescindere dall’interoperabilità. Secondo poi una recente ricerca di Citi, in virtù anche di un valore stimato di tale economia attorno ai 13 miliardi di dollari entro il 2030, si afferma esplicitamente che “l’interoperabilità e lo scambio continuo grazie alla blockchain saranno fondamentali per garantire un’esperienza utente senza attriti”.

Nell’ambito lavorativo poi, il metaverso rappresenterebbe un’evoluzione dello smart working, ed è da questa accezione che nascono nuove grandi opportunità soprattutto per i giovani generazioni. Tale contesto da un lato limita la necessità di spostarsi per lavoro – con benefici per la sostenibilità ma effetti negativi per gli operatori attivi in questo ambito – mentre dall’altro lato permette un più immediato scambio di opinioni, anche grazie a quella che definirei l’”ingegnerizzazione del lavoro”.

Col nascere di nuovi mondi, nascono nuove competenze e, di conseguenza, nuove professioni destinate a crescere e a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.

È questo il caso, ad esempio, dei builder, gli architetti virtuali del metaverso che da “semplici” sviluppatori di app, siti e software diventano letteralmente i creatori del nuovo mondo, plasmandolo a loro gusto e piacere offrendo spazi ed esperienze mai visti prima.

Attualmente, il metaverso è un contesto in cui trovano compimento solo alcuni ambiti produttivi, come la moda o l’arte, ma il cambiamento dei modelli di business anche di altri settori, come quello dei viaggi, è dietro l’angolo. Il ripensamento della vita e del lavoro virtuale è già pronta a investirci con la possibilità di interagire davvero col mondo circostante ad hoc che ci siamo creati.

A questo punto, anche le aziende dovrebbero strutturarsi per comprendere al meglio il nuovo contesto attraverso un percorso di transizione digitale avanzato che non può prescindere dal re e up skilling del capitale umano, il vero motore della trasformazione che necessità però anche del coordinamento dei sistemi pubblico e privato per favorire la transizione – il più possibile omogenea e indolore – verso un contesto lavorativo in grado di generare diffuso valore per tutto l’ecosistema socio-economico.

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